Viaggio negli USA - Appunti

Amplio la mia comunicazione e nello stesso tempo cerco di renderla più ordinata con questa nuova pagina tematica dedicata al viaggio che sto facendo negli Stati Uniti, meglio dovrei dire Boston e un salto a San Fancisco. Sono solo appunti, nessuno dei quali vuole avere un valore definitivo. E sono, naturalmente, personali perché credo che la mia capacità di riflettere e pensare sia strettamente personale, la mia capacità di continuare a guardare, meravigliandomi, malgrado l'usura delle immagini, degli steteotipi, delle informazioni, sia ciò che mi permette di essere ancora vivo, anche se per alcuni sarà ingenuità, per altri spocchia, per altri ancora narcisismo, oppure, forse per alcuni semplice chiacchera. Come si fa a scrivere dall'America oggi? Come dice il cartello di un elegante barbone dallo sguardo dolce e intelligente che sosta davanti alla fermata di Harvard Square: "Seeking Human Kindeness". Non sono riuscito a chiedergli una foto, magari noi due insieme insieme, dietro a quel cartello. E poi basta il concetto: cerco la gentilezza umana. Più facile di quello che si creda, entro i limiti del possibile e senza pretendere troppo, naturalmente.
Come la tradizione dell'analisi contrastiva ci ricorda, ciò che rende sempre viva e attuale la reazione di fronte alle diversità è la capacità che esse hanno di farci ripensare noi stessi, di farci vedere dal di fuori. Come è noto nelle lettere persiane Montesquieu usa l'artificio di immaginare un principe persiano che scrive a casa le sue impressioni su Parigi e i parigini. C'è qui un triplice gioco di specchi che serve a Montesquieu per assumere un atteggiamento riflessivo e naif verso la società parigina. Quindi è naif ma anche riflessivo questo mio riferire di sensazioni e immagini "americane", un po' professore fresco di pensione, un po' alberto sordi, un po' esposto e propenso a cogliere la diversità, un po' poggiando i piedi su tutto ciò che trovo simile. Tutto è filtrato da una comunicazione linguistica che nello scambio orale quotidiano mescola coprensione e incomprensione con risultati fantasmagorici che rendono fonte di apprendimento anche le cose più banali, che so, una pubblicità, perchè per lo meno impari una parola o una espressione. Mi dicono che da piccolo, quando stavo imparando a leggere, facevo ridere tutti perché in tram leggevo tutto quello che mi passava davanti, nomi dei negozi e pubblicità soprattutto. Qui torno bambino.... Anche se non leggo più ad alta voce (qui anche chi è fuori di testa, e ce ne sono, é contegnoso e sta nei limiti). Il mio maestro è però anche queta volta il New York Times, come lo fu più di vent'anni fa, quando venni la prima volta per un periodo un po' lungo. Il bello di questo giornale è che, essendo ben scritto, presenta un giusto dosaggio tra ciò che comprendi facilmente, ciò che comprendi così così, dal contesto, e ciò che devi andarti a vedere (oggi per me è, diciamo, un sessanta, un venti e un dieci percento. In tal modo imparare é facile e divertente e nello stesso tempo stimolante.
E poi ci sono sempre articoli interessanti da cui impari cose nuove. Diciamo che almeno due ore al giorno le passo così, imparando dal giornale, ma per la pronuncia è meglio il supermercato o attaccare discorso per la strada. Ma è anche più difficile, qui le percentuali talvolta si invertono, oppure sono il trenta, il trenta e il quaranta per cento, ma con la pratica e facendo l'orecchio si migliora a vista d'occhio, anzi di orecchio. E puoi fare le gare con te stesso, di quanto stai migliorando.
Poi ci sono le differenze sensoriali e i relativi errori, oppure le differenze e relativi errori possibili nel modo di guardarsi, nel modo di camminare per la strada, nel modo di fare le code, nel modo di salutarsi. Piccolissime differenze che però sono differenze e si infilano nella esperienza della giornata come una continua allerta, come una continua rifrazione riflessiva. Comunque, questa è la casa dove abito in questi giorni, cui mi sono un po' affezionato, con il suo quartiere tranquillo intorno, ma vicina a tutti i negozi e servizi essenziali. Ricorda un po' una casa in cui siamo stati a Brooklyn una ventina di anni fa, per alcuni mesi. Cioè quella era più poetica, questo è un B&B, ma insomma, scherzi dei ricordi:





E' difficile vivere e raccontare insieme, soprattutto quando,come è successo a San Francisco, l'albergo di lusso chiedeva 9 dollari per un giorno di connessionee naturalmente per ripicca non glieli pagavi e quindi era un po' difficile entrare nel blog e scrivere con un po' di calma. Ora sono tornato a Boston: la giornatainvit ad andare in giro, magari solo per allargare lo sguardo in altre direzioni del "mio" quartiere, mentre nel centro si muovono compatte lefile dei visitatori per il memorial day. Però una impressione su SF la devo raccontare, anche per dare un po' di continuità a questo diario. L'impressione più forte è l'intreccio di scienza, arte, creatività, business, naturalmente, ed energia. Comincio invitandovi a visitare il sito dell'Exploratorium Museprogettato da Frank Oppenhaimer ma quotidianamente ricreato da tecnici, artisti, scienziati. Quando si entra in questo spazio enorme si ha l'impressione di entrare in una scuola all'ora di ricreazione. Decine e decine di bambini e ragazzi che giocano con la scienza, sperimentando e facendo esperinza: imparare giocando e facendo esperienza. Ma qui senti anche il rapporto stretto che tra scienza ed art e il particolare tipo di creatività che si sviluppa. Questa è una visita che dovrebbe essere obbligatoria per qualsiasi insegnante di scienze d'arte, o insegnante tout court, o turista come me.


Anche per imparare che: 


la vita è parte di una complessa relazione in cui ogni parte dipende dalle altre, prende, dalle altre, da alle altre, e vive con tutto l'insieme (J.Y. Cousteau)


A propostito del rapporto tra arte e scienza queste sono alcune immagini del mega albergo dove sono stato: l'incontro tra scienza ed arte è particolarmente evidente nell'architettura  
 



Qui l'architettura è "grande" e non lo nasconde. Invece nel Museo di Arte Moderna l'architettura vuole creare una esperienza di un gande che può essere vissuto anche come piccolo, che non ti sovrasta, che è piacevole sia se il museo è vuoto che se è affollato. Per una visita virtuale del museo e delle sue bellissime mostre vedi: 


Ho passato qui dentro una giornata stupenda.


(Questo è nel  roof gardner - caffetteria: ottimo espresso) 
Cercherò di essere appena ho un pò di tempo una guida alle mostre, con i link agli artisti che mi hanno più copito. Ora per non far sembrare che S Francisco è solo arte, cultura e scienza, quattro foto da turista;


(leoni marini davanti a un bar sui moli dei pescatori)

(Golden Gate Bridge sullo sfondo)


(mangiando merluzzo fritto e patatine rigorosamente fritte 
pure loro)

Eccomi di nuovo per parlare di una fotografa olandese di cui c'è una mostra al Museo: Rineke Dijkstra. I suoi soggetti sono quasi esclusivamente giovani. Ciò che mi ha colpito è la sua capacità di cogliere con l'apparente  massima semplicità ritrattistica la tensione verso qualche cosa d'altro che ciascuno di questi ritratti racchiude. Lo stare in posa permette progressivamente un allentarsi del controllo e ciò lasia trasparire degli indizi. Lo sguardo del fotografo può essere impietoso ma è sempre pieno di empatia.  
Dal punto di vista anche tecnico è interessante l'intevista http://www.popphoto.com/how-to/2008/12/conversation-rineke-dijkstra
Per quanto riguarda la mostra al Modern Art Museum di SF vedi http://www.sfmoma.org/exhib_events/exhibitions/438
Poi c'è la sua pagina facebook http://www.facebook.com/pages/Rineke-Dijkstra/35470314612
e altre cose su internet che potete trovare ma che non danno l'emozione di questa mostra.  
Dall'intervista: 

Quali sono i tuoi scopi quando fai fotografie?


Voglio mostrare le cose che puoi non vedere nella vita normale. Io faccio diventare speciali cose normali. Voglio che le persone guardino la vita in un modo nuovo e diverso, ma esso deve essere sempre basato sulla realtà. È importante per menon trasmetteredei giudizi, e lasciare spazio alla intrpretazione. Per esempio nella serie di Almerisa, la giovane rifugiata bosniaca il cui ritratto lo ho fatto per la prima volta agli inizi del 1990 (ripetuto successivamente ogni due anni kfino al 2004) è stato per me importante non mostra re alcun dettaglio del suo ambiente, quale l'arredamento dell'appartamento. Se mostri troppo della vita personale del soggetto, l'osservatore si formerà subito degi assunti. Se levi i dettagli, l'osservatore deve concentrarsi su segnali più sottili, come il modo in cui sono stretti i lacci delle scarpe, o si è messa il rossetto. Lo stesso per il ragazzo di Odessa: potevo far vedere che era povero includendo nella foto  un bidonedei rifiuti o un gatto randagio, ma per me è importante che ci si concentri sulle sottigliezze e che da queste si traggano indizi sul ragazzo.
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2 commenti:

  1. Evviva, eccomi arrivata su questa nuova pagina. Bellissimo lavoro Francesco. Le tue note americane sono un dono.
    Leggendo mi sento parte di una gioia nuova, quella di sentirsi bambini che imparano, è una gioia contagiosa come quella che trasmette stamattina l’aria del mio terrazzo, che fa pensare ed osservare se stessi. Quello che leggo è un tempo nuovo, un tempo da cui imparare.
    Buon viaggio in America. Seguo, linko e provo ad espandere.

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  2. Leggo dall'hotel spa dolomiti www.martina-lodge.com/it

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